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domenica 29 novembre 2015

YURIKO


YURIKO

Mi ricordo solo delle cose stupide, mi ricordo di essere stata una stupida quindicenne. Ma credo anche di essere stata una stupida diciassettenne e una stupida trentenne e una stupida cinquantenne... sono stata stupida per tutta la vita.
Sono stata stupida a non volere più cercare Daisuke, stupida a sposarmi con Yutaka, stupida a dare al mondo Rie e Shio.
Io sono una stupida.
Il mio cuore ha tentato di avvisarmi, ininterrottamente, ha cercato di ricordarmi quello che avrei dovuto fare. Ma io l’ho ignorato, persa nel benessere e nell’agiatezza.
Ho preferito fare le vacanze a Shimoda o alle isole Hawaii, celebrare i miei compleanni con regali costosi, accerchiata da una folla che adorava e invidiava la perfezione, apparente, della mia famiglia. Intanto lui pulsava e mi chiamava, ma io guardavo altrove.
Quando ci trasferimmo a Tokyo tutto divenne ancor più superficiale, tutto e tutti. Yutaka, Rie, Shio, ed io. Tutto divenne come le confezioni di plastica che nascondono un cibo finto. Quelle confezioni che si trovano nei supermercati, bellissime, colorate, attraenti. Irresistibili.
Tutto divenne come quelle scatole di ramen  con disegnati sopra i personaggi dei cartoni animati o dei manga. Contenitori che non contengono nulla.
L’artificialità che offusca la realtà.
Così la profondità dei miei sentimenti è stata soggiogata dall’artificiosità delle stupidaggini. Questa è stata la vita di mio marito, delle mie figlie e del mio gatto, questa è stata la mia vita.








 "UOVA SBATTUTE", Christiano Cerasola, ediz. Elmi's World, 2013

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