OLIVIER
. Adesso desidero vivere e guardare
il mondo che c’è oltre l’obiettivo. Innamorarmi della luce, osservare come
illumina, talvolta dolcemente, talvolta violentemente, i volti della gente, il
mare, le mie mani. Voglio guardare il cielo e il mondo, senza fotografarlo... senza
condividerlo con altri. Guardarlo e tenerlo solo per me.
Tradendo la mia amante.
Dormo spesso lungo il Tapis-Vert, giro
tra i boschi, mi fermo sotto gli alberi. E penso.
Ogni tanto mi incanto ad ammirare il
“bacino di Apollo”. È la fontana più bella di Parigi. Osservo quel dio che esce
dalle acque, i cavalli dall’espressione furiosa, i tritoni che soffiano dentro
le loro conchiglie per annunciare il suo arrivo. Apollo purificava dai mali
fisici e morali. Apollo illuminava il cielo, dominava la luce. La luce...
Come Ulisse mi sono fatto crescere
la barba e i capelli lunghi. Come Ulisse ha combattuto contro mostri e creature
dell’Ade, così io ho immortalato i potenti e mi sono destreggiato, con abilità,
tra i malvagi.
Ma a differenza di Ulisse che, partito
controvoglia per combattere la guerra di Troia, le ha tentate tutte per tornare
nella sua Itaca, io ho scelto di non tornare. Ho scelto di lasciarmi andare e
di appartenere a questo mondo. In maniera assoluta. Nell’unica maniera
possibile.
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