Lettori fissi

martedì 4 agosto 2015

Olivier #uovasbattute






OLIVIER



Il Daparox con paroxetina lo ingoiavo con il caffè, poi mi fumavo una sigaretta, mi facevo un altro caffè e me ne fumavo un’altra.
Poi prendevo lo Zyprexa con olanzapina.
Raggiungevo così la quantità di veleno necessaria per uscire di casa e affrontare la giornata. Questo rito si è ripetuto tutte le mattine, tutti i giorni, per vent’anni.
Fino a sei mesi fa.
Ho scattato fotografie per vent’anni, una vita. Sono stato il migliore fotografo per due decenni, nessuno mi ha spodestato dal mio trono, hanno provato in molti, senza riuscirci, senza nemmeno avvicinarsi a me.
È che il mio era talento, inclinazione, disposizione. La mia era arte. Gli altri scattavano solo fotografie. Cercavano, illusoriamente, di fermare sulla pellicola un attimo, uno sguardo, un frammento, tentavano di impressionare la pellicola, senza venire impressionati dalla poesia, dalla luce. Stupidi. Concentrati su quello che inquadrava l’obiettivo ma miopi su tutto il resto. Ciechi. Sicuri e arroganti della loro arte, poverini, dispersi nell’illusione. Ma non io, consapevole custode di un dono più grande.                             
Io ero feroce e combattivo, abitavo in Rue du Faubourg Saint-Honoré a Parigi... 






C.

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