Lettori fissi

lunedì 17 agosto 2015


OLIVIER

. Adesso desidero vivere e guardare il mondo che c’è oltre l’obiettivo. Innamorarmi della luce, osservare come illumina, talvolta dolcemente, talvolta violentemente, i volti della gente, il mare, le mie mani. Voglio guardare il cielo e il mondo, senza fotografarlo... senza condividerlo con altri. Guardarlo e tenerlo solo per me.
Tradendo la mia amante.
Dormo spesso lungo il Tapis-Vert, giro tra i boschi, mi fermo sotto gli alberi. E penso.
Ogni tanto mi incanto ad ammirare il “bacino di Apollo”. È la fontana più bella di Parigi. Osservo quel dio che esce dalle acque, i cavalli dall’espressione furiosa, i tritoni che soffiano dentro le loro conchiglie per annunciare il suo arrivo. Apollo purificava dai mali fisici e morali. Apollo illuminava il cielo, dominava la luce. La luce...
Come Ulisse mi sono fatto crescere la barba e i capelli lunghi. Come Ulisse ha combattuto contro mostri e creature dell’Ade, così io ho immortalato i potenti e mi sono destreggiato, con abilità, tra i malvagi.

Ma a differenza di Ulisse che, partito controvoglia per combattere la guerra di Troia, le ha tentate tutte per tornare nella sua Itaca, io ho scelto di non tornare. Ho scelto di lasciarmi andare e di appartenere a questo mondo. In maniera assoluta. Nell’unica maniera possibile.

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