Lettori fissi

mercoledì 5 agosto 2015

NILO E IL CAFFE'



NILO E IL CAFFÈ


Milano 15/08/2010

Ho sempre associato il caffè a una specie di cortocircuito. Al di là della bontà e del coinvolgimento che questi pochi decilitri di liquido scuro mi danno, ho sempre pensato al caffè come a un’interruzione, al blackout di pensieri, a una sorta di temporanea anestesia celebrale, all’oblio.
Mi incanto a fissare la luce azzurrina della fiamma del gas, mi perdo nei primi borbottii della caffettiera. Annuso l’insistente profumo che si sprigiona nella cucina, lo seguo con l’immaginazione mentre esce dalla porta di casa e si diffonde sul pianerottolo.
Ho il vezzo di tenere aperto il coperchio della caffettiera e appoggiare il cucchiaino dalla parte concava sulla cannula, o camino che dir si voglia, della moka, in modo da fare sprigionare di più l’aroma nell’aria.
Ho iniziato a berlo a sei anni.
I miei genitori, fanatici nottambuli...

C.

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